Il Maltese
Introduzione alla razza
Da Le razze Italiane Editore ENCI 2001
Quando la seconda guerra mondiale finì, tra gli allevatori che ripresero ad impegnarsi con entusiasmo e costanza, così come avevano saputo difendere, se pur con estremi sacrifici, le loro razze, vi fu Nadia Colombo di Varese (“Electa”). Le esposizioni ricominciarono quasi subito e il fervore della ricostruzione si univa al disordine del momento post-bellico. Si selezionava guardando allo standard pubblicato nel 1929 sul n. 6 del Bollettino del “Kennel Club Italiano” e si dovette giungere al 1955 perché fosse dato alle stampe il meticoloso standard del professor Giuseppe Solaro poi riconosciuto ufficialmente dalla F.C.I. nel 1963 e tuttora valido. Leggere questo standard e materializzarlo, nella sua non indifferente difficoltà, vuol dire creare il cane dalle forme più armoniose e corrette che si possa veder sfilare in un ring.
Cane assai antico, il Maltese venne descritto sia da Aristotele che da C. Stradone (1° secolo a. C.) e John Caius (1510-1573), valutando le sue caratteristiche di diffusione, chiamò la razza “Melite”. Qualche autore, divagando, nel parlarne, fa riferimento ad un non ben definito...cane di Cajenna. Oggi il Maltese è un piccolo, noto cane ben diffuso in Italia; basti pensare che nel 2002, pur trattandosi di una razza poco prolifica, furono iscritti nei Libri Origine dell’ENCI ben 1226 soggetti, allorché il Gruppo 10 (razze da corsa) nella sua completezza ne ebbe 848, i Carlini iscritti furono 1205 ed i Terranova 1555. È considerato, e lo è, un cane bello; ma è apprezzato anche per il suo carattere vivace e spensierato, fedele e amoroso, dolce e romantico. Ma se l’insieme, ovvero carattere e struttura fisica, è ben descritto dallo standard, alcuni punti della sua fisicità vanno egualmente
Cioè il Maltese deve avere sostanza, deve esserci. Sotto il mantello deve essere un cane forte e sano, di buona ed armoniosa costruzione, che sappia muoversi con energia e camminare con elegante vigore e buona spinta del treno posteriore. La camminata del Maltese si deve identificare in un trotto personalissimo, unico, consistente in corte e rapidissime battute degli arti, tali da dare l’impressione che il cane rotoli. Capo eretto, espressione fiera e sicura, linea dorsale forte e rettilinea con garrese leggermente elevato, il Maltese avanza veloce, senza mai scomporsi. Mantello Il pelo, dal muso alla coda, è molto lungo, lunghissimo (quando il cane è adulto), setaceo e brillante, assieme mai lanoso e/o opaco; inoltre si richiede che sia ben disteso e aderente al corpo. La caratteristica principale sta nella sua lucentezza e pesantezza. La brillantezza indica la tessitura della seta e la pesantezza avvolge il corpo come una mantellina. Niente leggerezza, niente svolazzamenti, mai sofficità; bensì fascinosa massa di pelo lucente che cade e avvolge il corpo del cane, pur non nascondendo le forme salienti del corpo. Mai increspature, mai sottopelo. Gli occhi non devono mai essere a mandorla e mai piccoli, ma rotondi e grandi (mai sporgenti), molto scuri (non neri) e dall’espressione viva e intelligente. Il Maltese è lungo. Un soggetto di 22 cm. al garrese sarà 30 cm. di lunghezza. Ed è questa proporzione fra altezza e lunghezza che fa del Maltese un trottatore rapido, del tutto particolare, veloce e composto.
C’è chi considera un ostacolo la toelettatura, ma sbaglia. Trattasi in realtà di un’incombenza piacevole. Basta avere gli strumenti adatti: una spazzola a setole lunghe e morbide; una spazzola di ferro morbida con base di gomma, un pettine di acciaio a denti stretti e sottili. E... pettinare e spazzolare per evitare la formazione dei nodi e per togliere quelli che già si fossero formati. Per il bagno, quando necessario, usare i prodotti che oggi si trovano in commercio, vi sono degli ottimi shampoo e balsami. Un gesuita tedesco, Athanasius Kircher, nel Seicento disegnò usando “dati statistici” (!) l’interno dell’Arca di Noè, indicando i posti destinati ai vari animali. Essi appartenevano a circa 300 specie. C’era la sezione destinata ai cinghiali, quella per le linci, i cavalli, le lepri, i leoni, gli elefanti, le pecore e così via. Sul ponte vi erano tre cani. Uno spazio era destinato genericamente ai cani; ma quelli ritenuti i migliori fruivano di una sezione speciale. Chi erano costoro? In primis i Maltesi! Poi Mastini, Levrieri e Segugi.
Anche allora i Maltesi erano nelle prime posizioni e destinati al futuro! Fu un Maltese (oggi facente parte delle “razze da compagnia” e un tempo detto “Chien des Dames”) che il Parini definì “Vergine cuccia delle Grazie alunna”? Forse sì, forse no: ma non consideriamo questo cane un qualsiasi cagnolino bianco. Il Maltese ha bellezza e grazia, eleganza e fascino, ha sostanza e temperamento, seta, carattere, allegria, magia, fedeltà ed amore; inoltre è un ottimo cane guardiano della casa e dell’auto. Gli allevatori in Italia e all’estero (dove la razza è sempre stata molto apprezzata e ben allevata) ci sono; sono tanti e si danno da fare, con impegno, sportività ed intelligenza ad allevare. Ne vedremo sempre più dei belli, Maltesi s’intende! Un soffio, un sogno. Un Maltese!